COVID e nuove forme di collaborazione professionale | Mind the Head
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COVID e nuove forme di collaborazione professionale

Le nuove funzionalità sviluppate da Microsoft per Microsoft Teams che mirano a favorire la produttività e l’apprendimento.

Con lo sviluppo di nuove funzionalità per Microsoft Teams, la società fondata da Bill Gates, punta a favorire collaborazione, produttività e apprendimento.
La pandemia Covid ha cambiato profondamente la nostra quotidianità, sia nella sfera privata che in quella professionale. Lo ripeteremo per molto tempo. Perché quello che è accaduto, accade e accadrà è un fenomeno di portata storica che, al netto dei suoi effetti tremendamente nefasti, ha avviato una vera e propria rivoluzione nel nostro modo di rapportarci agli altri, confrontarci e collaborare.

La necessità di rispondere alle nuove esigenze, distanziamento sociale in primis, ha indotto i colossi dell’informatica a proporre nuovi strumenti e ad accelerare quel processo di trasformazione digitale delle attività, già avviato da tempo.

In questo contributo vogliamo soffermarci sulle novità che Microsoft ha sviluppato per Microsoft Teams, una delle sue punte di diamante, funzionalità per utenze business ed education che mirano a favorire la produttività e l’apprendimento, migliorare le relazioni e renderle naturali e coinvolgenti nonostante l’aspetto virtuale. Il tutto al fine di ottimizzare i processi.

Siete stufi di videoconferenze asettiche, con volti inespressivi e in cui la lontananza reale trova conferma in quella virtuale? La Together Mode (modalità insieme) fa al caso vostro. Questa modalità, che sfrutta l’Intelligenza Artificiale, permette di posizionare digitalmente tutti gli utenti in prossimità, come se fossero seduti nella stessa sala riunioni. Inoltre, il focus sui volti e sul linguaggio corporeo permette di recuperare l’aspetto non verbale delle interazioni umane che i nuovi metodi di comunicazione video avevano relegato in un angolo.

Se invece durante il meeting volete segmentare i partecipanti in gruppi, personalizzare la visualizzazione di file condivisi o associare visivamente dei contenuti a fianco di alcuni partecipanti, potrete affidarvi alla Dynamic view.

E ancora: a chi non è successo di trovarsi a pochi minuti dall’inizio di un meeting con un’immagine un po’ “sfatta”? Soprattutto per le donne, a volte, neanche il ricorso a fondotinta e fard last-minute aiuta! Con la funzione filtri video è possibile regolare la luminosità e attenuare la messa a fuoco della fotocamera per controllare il proprio aspetto prima dell’inizio di una riunione!

In Microsoft, poi, hanno pensato proprio a tutto: l’obiettivo è trasporre sul piano virtuale ciò che non può più avvenire a causa del distanziamento sociale. Grazie al Reflect messaging extension (estensione messaggi di riflessione) manager, dirigenti e insegnanti potranno sondare il sentiment del proprio team o degli studenti, attraverso una serie di domande di verifica, le cui risposte possono essere anche anonime, suggerite dal software o personalizzate.

E le emoji, che tanto ci piacciono? Sarà possibile utilizzarle anche in Teams per esprimere la propria reazione agli interventi, facendole apparire sullo schermo. E la chat? Con Chat bubbles (centralità delle chat) il software consentirà di visualizzare sugli screen dei partecipanti le conversazioni, senza aprire manualmente la finestra. Inoltre, i suggerimenti di risposta aiuteranno a creare risposte brevi sulla base dei messaggi ricevuti. E ancora sarà possibile attribuire i sottotitoli ad uno specifico relatore (per capire chi dice cosa) e usufruire di trascrizioni in tempo reale, che resteranno disponibili a riunione terminata.

Nell’ottica, poi, di favorire meeting virtuali sempre più inclusivi e interattivi, Teams sta crescendo per supportare fino a 1000 partecipanti (mentre le presentazioni che non prevedono interazione arrivano già fino a 20 mila partecipanti).

La tecnologia, dunque, evolve nel cercare di dare risposte alle sfide attuali e ci propone continuamente nuovi e stimolanti strumenti. L’augurio è che il prossimo input per una rivoluzione che non è solo tecnologica ma anche culturale, non arrivi da un virus tanto insidioso per l’umanità.

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