Assistant with Bard: l’assistente virtuale potenziato dall’intelligenza artificiale generativa | Mind the Head
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Assistant with Bard: l’assistente virtuale potenziato dall’intelligenza artificiale generativa

👽 Come promesso, il vostro alieno di fiducia è tornato per parlarvi di un nuovo potentissimo strumento!

Il 4 ottobre 2023 è stato lanciato “Assistant with Bard”, un’evoluzione di Google Assistant che combina le funzionalità di assistente vocale personale con quelle generative e di ragionamento del chatbot GenAI Bard.
Con un semplice comando vocale, Assistant with Bard può supportare l’utente in diverse attività complesse. Ad esempio può aiutare l’utente a:

  • Svolgere ricerche o riassumere informazioni importanti
  • Prenotare appuntamenti
  • Effettuare acquisti online
  • Gestire le attività quotidiane
  • Pianificare percorsi o viaggi tramite Google Maps

Assistant with Bard: l’assistente perfetto per i Social Media Manager

Supponiamo che tu abbia scattato una foto da pubblicare sui social. Basterà azionare Assistant With Bard e chiedergli di scrivere la caption per te: grazie ad un semplice tocco, sarà in grado di interpretare il segnale visivo dell’immagine e scrivere il post.

Assistant with Bard e Neurodivergenza

Come già detto, il nuovo assistente di Google può essere di supporto per le attività giornaliere, personalizzandone le funzioni in base alla nostra routine.
Ad esempio, consente di automatizzare una routine personale che al semplice “Ehi Google, buongiorno”, accende la tv connessa al dispositivo, elenca gli eventi della giornata e ti informa sul meteo.

Tutto questo può essere di grande aiuto anche per le persone neurodivergenti, come descrive Julia Lee Harter nel suo articolo sul blog di Google.
Julia racconta che le routine automatiche di Assistant with Bard la aiutano a gestire i momenti di sovraccarico sensoriale, permettendole di eseguire più azioni contemporaneamente.
Al suo comando “Zen Mode”, l’assistente virtuale riduce l’intensità delle luci della sua camera, riproduce un rumore bianco, regola il termostato e invia un messaggio rassicurante al suo partner.
Uno strumento che non si sostituisce di certo alle cure mediche, ma che può rivelarsi di grande supporto in moltissimi casi.

Come si costruisce un sistema di riconoscimento vocale come questo?

Françoise Beaufays, ingegnere e ricercatrice del team vocale di Google, ha spiegato che i modelli utilizzati in Assistant sono Reti Neurali profonde, ispirati al funzionamento del cervello umano.
Una rete neurale profonda riceve un input (la voce di qualcuno), elabora l’informazione e la trasforma in testo. Il testo viene poi rielaborato e analizzato in informazioni che aiutano l’assistente virtuale a capire il bisogno dell’utente, per poi produrre il risultato o compiere l’azione richiesta.

Le possibilità di utilizzo di Assistant with Bard sono già moltissime e continueranno a crescere grazie al nostro utilizzo e ai nostri feedback, come per ogni modello di apprendimento automatico.
Noi saremo qui per raccontarvele.

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